Le ragioni della mia candidatura
Un futuro con molte insidie ma anche ricco di opportunità
Nella ripresa post-pandemica, il sistema universitario è stato posto al centro di un percorso di rinnovamento profondo della società, delle istituzioni e del sistema economico nazionale, partendo dalle comunità e dalle esigenze dei cittadini.
Cogliendo gli stimoli del Next Generation EU e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’Ateneo di Macerata dovrà esprimersi con la consapevolezza di poter contribuire a tale percorso di rinascita, attraverso una corretta e lungimirante progettualità delle proprie linee di ricerca, dell’offerta didattica, del supporto al tessuto culturale, economico e sociale locale.
Si tratta di un contesto che delinea un futuro con molte insidie, ma ricco di opportunità.
Dopo il 2027, potranno svilupparsi in modo sostenibile solamente quegli Atenei che saranno stati in grado, da un lato, di acquisire e mettere a frutto le risorse disponibili, gestendole in modo rigoroso, come richiesto dai meccanismi della progettazione europea e, dall’altro, di collaborare con il sistema locale e con i migliori partner nazionali ed internazionali della ricerca e della formazione.
In altre parole, se la nostra comunità d’Ateneo non saprà correttamente interpretare il prossimo sessennio, in una logica di valorizzazione delle proprie eccellenze e di superamento delle proprie carenze, agendo in modo inclusivo e con la giusta spinta e motivazione, il futuro nel lungo termine sarà senz’altro molto incerto.
Tra sei anni, l’Ateneo dovrà farsi trovare rafforzato sul piano della attrattività degli studenti, connotato da una eccellenza nella ricerca e nella valorizzazione dei talenti, in ottica internazionale, oltre che capace di progettare e organizzare percorsi innovativi e complessi, contribuendo allo sviluppo del territorio in modo significativo.
Ciò di cui ora l’Università di Macerata ha bisogno è una leadership con comprovate competenze strategiche e conoscenza profonda delle dinamiche universitarie, oltre che con connessioni consolidate a livello internazionale, nazionale e locale.
Le competenze e conoscenze chiave riguardano la capacità di esprimere una visione coerente con le politiche europee e italiane della ricerca e della formazione, di promuovere una programmazione strategica in un contesto complesso e mutevole, di analizzare e guidare l’impostazione dei processi gestionali interni, di coinvolgere attivamente le risorse umane, rendendo la diversità di competenze e la complementarità dei saperi un volano di innovazione.
Le connessioni e le relazioni implicano, invece, la capacità di attingere ad una vasta rete di legami istituzionali internazionali, nazionali e locali: una rete da cui far emergere opportunità di integrazione e sviluppo, di costruzione di percorsi di eccellenza e di rafforzamento dell’Ateneo.
La conoscenza degli attori chiave del contesto in cui l’Università di Macerata opera è un valore di grande rilevanza, imprescindibile per una azione di governo efficace, rapida e di qualità.
Una candidatura radicalmente nuova
Ogni fase ha bisogno del “suo” Rettore, di una persona con caratteristiche nuove rispetto al passato ed adeguate rispetto al contesto interno ed esterno.
Ho cinquanta anni e dalla laurea in Economia, conseguita nel 1995, ho attraversato tutti i passaggi della carriera universitaria di ruolo all’Università di Macerata. Attualmente sono professoressa ordinaria di Economia applicata presso il Dipartimento di Giurisprudenza.
Sono stata delegata alla Terza Missione ed alla implementazione della Carta Europea dei Ricercatori nel 2013, durante il Rettorato Lacchè. Ho continuato dopo il cambio rettorale a seguire tali ambiti di delega, a cui si è aggiunta, dal 2016, la responsabilità di Delegata alla Progettazione Europea.
Da marzo 2021 sono delegata alla Ricerca.
Negli anni sono stata componente sia del Consiglio di Amministrazione sia del Senato Accademico dell’Ateneo.
Le attività che ho svolto al servizio della nostra Università, cercando di profondere il massimo del mio impegno, mi hanno consentito di conoscere le eccellenze, cogliere i punti di debolezza e gli ambiti di miglioramento, comprendere le possibili traiettorie per consolidare la crescita dell’intero Ateneo.
Su nomina del Ministero dell’Università e della Ricerca, rappresento l’Italia a livello europeo, dal 2017, presso il working group “Resources and Mobility” dello European Research Area and Innovation Committee della Commissione Europea, oltre che, dal 2020, presso lo “Strategic Programme Committee of the European Commission – sub group Widening Participation and Strengthening the European Research Area – Horizon Europe”. In questi due gruppi, i rappresentanti di tutti gli Stati Membri contribuiscono a definire le proposte di politica europea della ricerca, con riferimento particolare alla valorizzazione dei ricercatori e alla diffusione dei principi dello Spazio Europeo della Ricerca.
A livello di Ateneo i progetti complessi di ricerca scritti e coordinati (tra essi Poreen, 2013-2016; Grage 2014-2018; Heart 2018-2021; Trust 2021) mi hanno visto guidare colleghe e colleghi di molti Paesi del mondo, interagendo con imprese locali e straniere, oltre che assumendo la responsabilità nella gestione e supervisione di ingenti risorse finanziarie. Questi progetti hanno consentito di valorizzare collaborazioni tra varie discipline dei nostri Dipartimenti, creando occasioni per coinvolgere i giovani in una prospettiva internazionale. Analogamente, grazie ad un ampio gruppo di lavoro (Task force) che ha coinvolto docenti, giovani ricercatori, dottorandi, assegnisti e PTA, abbiamo elaborato e successivamente implementato la strategia volta all’ottenimento, da parte dell’Università di Macerata, del prestigioso logo “Human Resource Excellence in Research”, recentemente confermato dalla Commissione Europea.
In questi anni, infine, ho portato avanti la mia ricerca di base, attraverso la scrittura di lavori, la collaborazione con centri di ricerca nazionali ed internazionali, lo svolgimento di periodi di visiting all’estero. Il mio percorso scientifico mi ha consentito, tra l’altro, di acquisire la fiducia dei docenti del mio settore disciplinare che mi hanno eletto nel 2019 Segretario Generale della “Società Italiana di Economia e Politica Industriale”.
Reputo di possedere le competenze, l’esperienza, le connessioni nel contesto istituzionale locale, nazionale, europeo ed internazionale, oltre che la motivazione adatte alla candidatura, nella consapevolezza di poter contare sulla energia positiva e sulla capacità di co-creazione di tutti gli studenti, del personale tecnico-amministrativo-bibliotecario, di docenti e giovani ricercatori. Con molti di loro collaboro da diversi anni, sempre apprezzandone le idee, la passione e la totale dedizione al lavoro. Abbiamo raggiunto insieme traguardi molto importanti e sfidanti, adottando un approccio partecipativo che ha fatto leva sul contributo di tutti e sempre sul lavoro di squadra.
In questa logica, la mia è una candidatura:
- spinta dal profondo amore per l’Ateneo e dalla ferma volontà di riposizionarlo tra le eccellenze nazionali ed internazionali, dopo un periodo in cui sono emerse notevoli criticità, interne ed esterne;
- consapevole della grande responsabilità che comporterà il guidare l’Università di Macerata in un periodo cruciale per il suo futuro;
- mossa dalla ferma convinzione che l’essere esclusivamente orientato dalle scienze sociali ed umane debba essere il tratto distintivo ed un grande punto di forza dell’Ateneo, sul piano nazionale ed internazionale;
- maturata grazie allo slancio con cui molte colleghe e colleghi dell’Ateneo mi sollecitano a propormi come possibile Rettrice, consapevoli del percorso fatto fino ad ora, dello stile partecipativo che ho sempre adottato, e delle competenze e connessioni necessarie ad affrontare le sfide che attendono la nostra Università.
Costruire insieme un programma ed un percorso di sviluppo
Il traguardo di fine mandato che mi pongo per l’Università di Macerata di domani è: un Ateneo riconosciuto come università leader nelle scienze sociali e umane, capace di interpretare le sfide della formazione e della ricerca in un contesto innovativo; una Istituzione accreditata per contribuire ad indirizzare le politiche universitarie, culturali, economiche e sociali locali e nazionali, apportando una visione genuinamente orientata all’umanesimo ed all’innovazione che esso può sprigionare; un Ateneo capace di attrarre ogni anno non meno di 1800 matricole.
Per raggiungere questi obiettivi non vivo la mia candidatura come figlia di una cultura della contrapposizione, come espressione di una sola parte. La mia candidatura, e in prospettiva la mia azione di governo, intendono fare dell’ascolto e della condivisione i propri tratti distintivi.
Vorrei, dunque, partire dalla costruzione di un ampio programma di lavoro pluriennale che presenterò solo dopo avere incontrato le colleghe ed i colleghi di tutti i Dipartimenti, il personale tecnico-amministrativo-bibliotecario, gli studenti, i nostri giovani talenti.
Tuttavia, per poter trasformare la visione in un progetto sostenibile, propongo sin d’ora alla vostra attenzione cinque filoni di sviluppo su cui costruire, con il dialogo e l’ascolto dei prossimi mesi, un programma condiviso.
1. L’umanesimo al centro. Per uno sviluppo inclusivo e sostenibile
L’identità dell’Ateneo va rafforzata: a fronte della reputazione eccellente di molti singoli docenti come pure di riconosciuti gruppi di ricerca, va ricostruita una chiara identità dell’Università di Macerata nel contesto locale, nazionale ed internazionale.
Ritengo fondamentale proporre una riflessione comune che parta dalla consapevolezza del ruolo centrale che l’Ateneo può svolgere, considerando il valore che le scienze sociali e umane rivestono rispetto alle attuali traiettorie di sviluppo e crescita che l’Europa ci pone. Inclusione, sostenibilità, contrasto alle disuguaglianze, digitalizzazione possono essere studiate, valorizzate e promosse solo ponendo la persona e i suoi bisogni al centro di ogni discussione e azione.
In questa logica, appare fondamentale un ripensamento condiviso dell’offerta didattica e della politica della ricerca, anche alla luce delle dimensioni interdisciplinari che le sfide sopra richiamate pongono.
Favorire un efficace percorso di valorizzazione dell’identità dell’Ateneo è anche funzionale a ricostruire rapporti e relazioni in un contesto locale in cui l’Ateneo appare marginalizzato e, purtroppo, indebolito. Occorre rapidamente riacquisire una piena autorevolezza istituzionale.
2. La prospettiva internazionale: l’Europa come valore fondante
L’apertura internazionale ed il confronto con altre realtà culturali e sociali sono aspetti centrali del sistema universitario. Dal dibattito in corso circa il rinnovato Spazio Europeo della Ricerca emergono notevoli opportunità per un Ateneo come il nostro, che debbono essere correttamente intercettate. Le strutture dell’Unione Europea, come già dimostrato in questi anni, ci consentono di promuovere percorsi virtuosi per valorizzare la ricerca di base, oltre che quella interdisciplinare e collaborativa, per creare percorsi didattici innovativi, per promuovere i giovani talenti, per migliorare i processi interni.
La collaborazione internazionale può essere strumentale a sostenere anche una cooperazione virtuosa in ambito locale e nazionale.
L’Europa, insomma, ci ispira coi suoi valori, ci supporta nel confronto, ci offre possibilità di attingere a risorse importanti per promuovere il cambiamento e le opportunità di crescita.
3. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza come opportunità
Durante gli scorsi mesi, le attività svolte in risposta al PNRR ci hanno fatto percepire da un lato la complessità del lavoro necessario per partecipare ai bandi competitivi, dall’altro lato ci hanno fatto elaborare nuove proposte di ricerca e nuove linee di collaborazione. Abbiamo saputo cogliere nessi inesplorati tra le eccellenze dei nostri Dipartimenti, valorizzando l’intersezione di prospettive diverse di ricerca. Un primo percorso fatto insieme è stato quello degli “Ecosistemi dell’innovazione”, in cui abbiamo progettato uno “Spoke” multidisciplinare, su temi inclusivi e fortemente capaci di connotare la nostra identità, e a cui abbiamo associato la richiesta di un cospicuo finanziamento. Il tutto adottando un metodo collaborativo e partecipativo, fondato sull’ascolto e sulla cooperazione piena e trasversale intra e inter Dipartimentale.
Nei prossimi sei anni ci verrà data la possibilità di promuovere un cambiamento in tutti gli ambiti tracciati dal PNRR, con risorse dedicate: dall’orientamento in ingresso di studentesse e studenti, al rapporto con scuole ed imprese, ai servizi per gli iscritti, alla valorizzazione dei talenti, alla collaborazione con istituzioni ed attori del territorio.
Attraverso la partecipazione a bandi competitivi, correttamente gestiti ed implementati in caso di aggiudicazione, l’Ateneo potrà divenire una guida, nel territorio, per l’attuazione di politiche di sviluppo orientate a inclusione, sostenibilità e digitalizzazione.
L’accesso a nuove risorse ci consentirà, indubbiamente, di rafforzare le strutture e le infrastrutture dedicate alla ricerca di base, così da valorizzare ulteriormente le eccellenze scientifiche dei singoli e dei gruppi, in un circolo virtuoso. Sarà, inoltre, possibile potenziare tutti i servizi di supporto, indispensabili per una efficace gestione di Ateneo.
4. Lo spirito di coesione e di condivisione
Negli ultimi anni, e lo dico con profonda consapevolezza, si è evidentemente deteriorato lo spirito di coesione interno. Occorre lavorare per ricostruire il senso di appartenenza e di squadra per tutto il personale dell’Università di Macerata.
Un primo strumento per fare questo è legato ad una comunicazione esterna ed interna adeguata, pervasiva, efficace.
Imprescindibili sono, inoltre, nuovi meccanismi di governo, chiari e trasparenti. È fondamentale valorizzare il personale docente e nondimeno quello tecnico-amministrativo, ponendo al centro della nostra azione di governo il coinvolgimento e la partecipazione attiva di tutti. Occorre rafforzare coesione, collaborazione e senso di condivisione di scelte, obiettivi, azioni.
In questa visione, un ruolo centrale sarà svolto dalle politiche per le risorse umane: a tutti i livelli ed in tutti gli ambiti. Sono infatti le persone, con i loro bagagli di saperi e di idee e la loro ‘voglia di fare’, a determinare la qualità dell’Istituzione e del suo operare. Occorre dunque pensare ad una nuova politica di gestione, motivazione ed incentivazione del personale, in grado di superare frammentazioni e squilibri interni. Partendo dalle attitudini e motivazioni individuali e costruendo percorsi di responsabilizzazione ed autonomia, è possibile sprigionare il potenziale di ciascuno, a servizio della squadra e a beneficio della gestione di processi interni fluidi, semplici, efficaci e trasparenti.
5. L’attrazione di studenti e talenti
Negli ultimi anni si sono drammaticamente ridotti gli iscritti, con implicazioni allarmanti sul piano finanziario e, soprattutto, di reputazione e proiezione nazionale ed internazionale.
Occorre promuovere azioni specifiche di lungo termine per attrarre studenti e studentesse, ritornando ad una dimensione di Ateneo medio. Ciò grazie a percorsi didattici innovativi, accompagnati da una serie integrata e coordinata di iniziative che consentano di curare i giovani dall’ingresso, all’iscrizione, alla frequenza dei corsi, sino all’accompagnamento nel mondo del lavoro. Si tratta di pensare e implementare una nuova filiera integrata di accoglienza e supporto dello studente, nonché di presidio dei rapporti con scuole, istituzioni, enti ed imprese del territorio.
L’Ateneo deve poter essere scelto dai giovani, anche proveniente da altri paesi, per la qualità e l’innovazione dei suoi percorsi didattici, per la specializzazione offerta, per la tipologia di servizi garantiti, per il tipo di collaborazioni attive con il territorio e con partner internazionali, per la capacità di interpretare le traiettorie del mondo del lavoro e le aspettative delle nuove generazioni.
In questa logica, appare fondamentale anche rafforzare tutte le politiche ed i programmi di supporto della formazione dei giovani ricercatori, degli assegnisti, dei dottorandi, affinché si possa creare un ambiente stimolante, brillante, capace di apportare idee, innovazione, spinta al cambiamento continuo.
In sintesi
Come professoressa di questo Ateneo, nell’insegnamento e nella ricerca e, soprattutto, in questi dieci anni nel ruolo di Delegata, ho sempre cercato di dare il mio migliore contribuito, negli ambiti in cui ho avuto responsabilità. Ho sempre agito per lo sviluppo di una prospettiva di Università orientata ai valori ed alle sfide dell’Europa, adottando un modo di lavorare ispirato al coinvolgimento, alla condivisione, alla trasparenza. Ho cercato di mettere a disposizione dell’Ateneo opportunità di crescita e di miglioramento.
Con la mia candidatura, una candidatura radicalmente nuova, mi propongo di rendere pienamente effettivi la mia visione politica e il mio approccio nella guida di un apparato ricco e complesso quale è il nostro Ateneo.
Ribadisco che in questi mesi intendo ascoltare tutta la nostra Comunità, per condividere un percorso comune e proporre un programma pluriennale di sviluppo inclusivo, ambizioso e sfidante. Ciò nella consapevolezza del grandissimo valore racchiuso nella tradizione dell’Università di Macerata, nella sua vocazione, nelle intelligenze, nei talenti, nella generosità del suo personale docente e tecnico-amministrativo.
Come scrive Seneca nelle Epistole a Lucilio “Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa a quale porto vuol approdare” (Sen. ep. 71). Solo insieme – ne sono certa – saremo in grado di prendere il vento che nei prossimi sei anni ci condurrà ad un approdo degno del nostro Ateneo, della sua storia plurisecolare, delle nostre ambizioni.
Francesca Spigarelli