Il sistema della conoscenza
All’interno dell’ambito della valorizzazione del “sistema della conoscenza” colloco una filiera di attività strettamente integrate che, partendo dalla didattica, abbracciano le strutture e i servizi per gli studenti, fino ad arrivare al sistema bibliotecario, agli spazi e alle relazioni con il territorio.
La didattica
L’accelerazione che la pandemia ha impresso ai mutamenti del contesto sociale ed economico a livello globale impone l’avvio di una riflessione approfondita anche su modalità e contenuti della didattica universitaria.
Se la centralità dell’apprendimento (dunque delle studentesse e degli studenti) e la qualità dei percorsi formativi rimangono obiettivi imprescindibili del nostro agire come docenti, ad essi si deve accompagnare un potenziamento dell’attrattività del nostro Ateneo, in coerenza con la sua identità e la sua vocazione.
Dobbiamo riflettere, insieme, e formulare un’ipotesi strategica convincente, originale ed adatta alla natura della nostra Università. Occorre pensare all’architettura complessiva dell’offerta formativa, alla posizione che in essa debbono occupare le lauree, le lauree magistrali, i dottorati di ricerca e dunque agli obiettivi specifici che intendiamo raggiungere con ciascun elemento. Probabilmente, la linea retta non è la rappresentazione più adeguata di tale architettura; dobbiamo immaginare qualcosa di più complesso, ma al tempo stesso chiaro per noi e facilmente “leggibile” dall’esterno, che meglio risponda alle aspirazioni delle studentesse e degli studenti e ai bisogni profondi della società.
Peraltro, non possiamo non risolvere le diverse lacune e criticità della nostra offerta formativa, che anche il Nucleo di Valutazione d’Ateneo ha messo in evidenza nella “Relazione annuale 2021”.
Rispetto alle traiettorie verso le quali orientare il necessario rinnovamento, può essere utile riferirsi anche alla “Strategia europea per le università” che l’Unione Europea ha lanciato in questi primi mesi del 2022.
Le indicazioni contenute in tale Strategia possono essere per noi fonte d’ispirazione, ma anche una base per cogliere opportunità di collaborazione e di finanziamento, anche internazionale, che i programmi europei sosterranno. Riporto qui di seguito alcuni passaggi del documento approvato in sede europea che mi sembrano particolarmente significativi:
- “Diversità, inclusività e uguaglianza di genere nel settore dell’istruzione superiore sono diventate più importanti che mai”. Questo stimola a includere all’interno di percorsi formativi a tutti i livelli alcune esperienze di grande qualità che la nostra Università ha maturato negli ultimi anni;
- “Poiché le esigenze di competenze sono in rapida evoluzione, il settore dell’istruzione superiore deve adattarsi. Le transizioni verde e digitale richiedono istruzione, ricerca e innovazione a prova di futuro, in stretta collaborazione con le imprese e gli stakeholder; le significative disparità nelle competenze digitali in tutta l’UE devono essere superate”. Questo offre al nostro Ateneo la possibilità di impostare percorsi didattici in cui le nostre eccellenze si facciano promotrici di una prospettiva tutta umanistica nella gestione della sostenibilità e della digitalizzazione;
- “Per ottenere un’istruzione superiore eccellente, è necessario anche il supporto per stimolare l’innovazione pedagogica, incentrata sugli studenti, con una varietà di spazi di apprendimento e percorsi flessibili e interdisciplinari”. La sfida che UniMC può cogliere riguarda la definizione di nuovi modelli pedagogici, anche a supporto della formazione degli insegnanti. L’alfabetizzazione tecnologica delle nuove generazioni e la digitalizzazione dei processi nelle istituzioni deve essere guidata soprattutto da chi si occupa di formazione, da chi studia – e dunque sa interpretare – i bisogni degli individui e delle comunità.
Senza pretendere qui di anticipare quelle che saranno le conclusioni di una riflessione che mi auguro sia la più partecipata, aperta e trasparente possibile, mi pare evidente che si debba puntare all’elaborazione di percorsi che ci caratterizzino nel contesto almeno nazionale (perché scegliere Macerata come sede degli studi universitari?), costruendo nuove proposte nell’ambito di collaborazioni interdipartimentali, anche valorizzando complementarietà e sinergie con altri Atenei locali, nazionali o internazionali.
Le nostre competenze, che hanno la loro solida base nelle discipline delle scienze umane e sociali, possono ulteriormente rafforzare l’identità del nostro Ateneo, caratterizzandola nella formulazione di percorsi didattici che guidino la società nel governo delle transizioni ecologica e digitale, promuovendo la conoscenza approfondita su temi attuali e cruciali, tra i quali posso qui ricordare, come primo elenco non certo esaustivo, l’accompagnamento ai cambiamenti del e sul lavoro, lo sviluppo della coscienza critica, l’atteggiamento nei confronti di una società multi-etnica e multi-culturale, l’accettazione dell’innovazione da parte degli utenti, l’innovazione normativa ed i ‘nuovi’ rischi per la sicurezza, la dialettica fra l’utilità sociale dei dati e la tutela della riservatezza.
Fornire alle giovani ed ai giovani che si affacciano oggi alla formazione universitaria solide conoscenze e competenze su questi temi rappresenta anche il nostro contributo a contrastare le crescenti disuguaglianze che una transizione non governata rischia di introdurre, o già sta introducendo.
Ovviamente, l’Ateneo non può sottrarsi alla richiesta di risposte immediate a esigenze specifiche, magari temporanee, del territorio in cui esso è inserito. Ciò tuttavia non può avvenire scendendo a compromessi con la qualità o mettendo in discussione la reputazione dell’Università. A fronte di esigenze ben documentate e di una domanda reale, potranno essere attivati percorsi di master, corsi di specializzazione, altri strumenti snelli per la formazione professionale. Su queste direttrici, occorrerà impegnarsi con maggior determinazione sul tema della formazione continua per le lavoratrici e i lavoratori e per le persone in età evoluta, snellendo le procedure amministrative di attivazione, ottimizzando i tempi di risposta alle nuove esigenze formative sempre in evoluzione, assicurando il giusto supporto per la promozione delle iniziative.
Occorre, infine, riflettere in maniera ponderata e consapevole, sulla formazione a distanza: pensare ad esempio alle potenzialità che la tecnologia offre per facilitare il coinvolgimento di professionisti o docenti internazionali, per soddisfare le esigenze di utenti con bisogni speciali, per realizzare lavori di gruppo con colleghe/i di altre Università, per gestire i rapporti “amministrativi” con gli studenti in modo pratico ed efficace, etc. Su questi temi è urgente aprire una riflessione, anche in sinergia con il Consiglio degli Studenti, che includa una ricognizione sulle esigenze di alfabetizzazione digitale, sulle risorse tecnologiche necessarie e sulla sicurezza informatica, valorizzando il pool di competenze disponibili in Ateneo sul fronte del personale tecnico-amministrativo e della ricerca di eccellenza in tali ambiti.
La cura delle studentesse e degli studenti e il diritto allo studio
La qualità della didattica deve necessariamente accompagnarsi ad una cura di studentesse e studenti altrettanto eccellente. I giovani vanno accompagnati dal momento della loro iscrizione fino al conseguimento del titolo accademico, per essere poi supportarti efficacemente nell’orientamento verso il mondo del lavoro, con servizi di qualità e di facile fruizione.
Reputo fondamentale allineare le azioni di Ateneo per il diritto allo studio alle politiche regionali, così da realizzare un’offerta integrata. In sinergia con il Comune, la Provincia e le istituzioni regionali è possibile offrire opportunità e agevolazioni che consentano di vivere al meglio la vita universitaria: dalle condizioni di accesso alle residenze, al trasporto e mobilità, alla fruizione agevolata dei luoghi della cultura, alle agevolazioni per attività commerciali, fino ad arrivare allo sport e alla salute.
Grazie a nuovi strumenti di orientamento e assistenza, mettendo in sinergia iniziative già presenti in Ateneo e nei singoli Dipartimenti, credo sia possibile potenziare l’efficacia delle azioni di guida in ingresso ai futuri studenti, alle loro famiglie e, più in generale, alle scuole.
Analogamente, anche sulla base delle progettualità che il PNRR ci mette a disposizione, possiamo ripensare strumenti e modalità da utilizzare per un efficace supporto durante la carriera universitaria, in grado sia di aiutare gli studenti in difficoltà, sia di valorizzare quelli che esprimono maggiori potenzialità. Tra questi strumenti, indico sin da ora:
- la digitalizzazione e la personalizzazione della cura, anche grazie al supporto di servizi on line ed alle soluzioni offerte dall’Internet of Things in merito al benessere dell’uomo e alle nuove concezioni di spazi inclusivi e sensorizzati;
- sportelli per l’ascolto delle problematiche sociali e di inclusione. Il servizio di supporto psicologico, che si è rivelato assolutamente adeguato e importante in questi anni, potrebbe estendersi per includere un servizio di consultazione transculturale per persone provenienti da contesti culturali differenti ed in situazioni di difficoltà;
- per studentesse e studenti più meritevoli è possibile pensare a borse di studio in grado di valorizzarne l’impegno accademico e sociale, oltre che a soluzioni innovative come la figura di research assistant con cui i giovani delle lauree magistrali o degli ultimi anni del ciclo unico possono affiancare i docenti in progetti di ricerca;
- rafforzamento del ruolo dei tutor, supportati da specifica formazione, per l’accoglienza e l’orientamento, per il supporto ai corsi di studio, oltre che per la promozione dell’inclusione massima delle persone con disabilità;
- un servizio potenziato per accompagnare il placement in Italia e all’estero;
- strumenti per la formazione e certificazione delle competenze trasversali, compresi i laboratori per l’auto-imprenditorialità, l’innovazione e la creatività, pensati specificamente per studentesse e studenti delle scienze umane e sociali, proiettati in un contesto innovativo.
Gli spazi, le strutture e l’ambiente di lavoro
Credo fermamente che gli investimenti nelle strutture e nelle infrastrutture, oltre che la riqualificazione degli ambienti, condizionino la qualità della vita dell’Ateneo, il benessere del personale, la qualità della didattica, le motivazioni della nostra Comunità ed il nostro modo di operare. Gli spazi in cui viviamo sono quelli in cui trascorriamo la maggior parte delle nostre giornate, per cui occorre che nella loro adeguatezza, sicurezza, bellezza e nel loro decoro si possano tutti riconoscere, in sinergia con il tessuto urbano che ci circonda.
Molti sono i progetti di riqualificazione e ampiamento in corso per le strutture dell’Ateneo, ma intendo fermamente promuovere il miglioramento della vivibilità e della qualità di tutti gli spazi: per i nostri studenti, i giovani talenti e, in generale, per tutta la nostra Comunità accademica. Faccio riferimento non solo agli spazi per lavorare, ma anche a quelli per studiare e socializzare, per condividere e dialogare, per praticare sport. Intendo farmi promotrice non solo dell’adeguatezza per numero e dimensione, ma anche per il loro decoro (pulizia e manutenzione) e per il modo con cui è garantita l’accoglienza (servizi di portineria in primis).
Anche le risorse rese disponibili dal PNRR potranno, se correttamente investite, migliorare sensibilmente la qualità degli spazi a tutti i livelli e per le varie destinazioni.
Il sistema bibliotecario
Le biblioteche sono lo snodo centrale per una ricerca di eccellenza, per il rafforzamento dell’identità di un Ateneo umanistico che si propone come protagonista delle sfide del nostro presente e del futuro, per la coltivazione dei talenti, per la valorizzazione dei servizi agli studenti nazionali e internazionali, per l’attrazione di studiosi, come pure per l’interazione con il territorio e le istituzioni locali.
Il sistema delle biblioteche di Ateneo dovrà essere insomma un insieme di luoghi fatti di persone e pensati per le persone, in cui ricerca, didattica, terza missione si intersecano.
I progetti fino ad ora sviluppati dimostrano la centralità del sistema bibliotecario per lo sviluppo delle politiche della ricerca (come avvenuto recentemente per l’open science e in generale per la disseminazione e comunicazione della produzione scientifica dell’Ateneo secondo i principi della scienza aperta), per le iniziative di terza missione e di collaborazione istituzionale, per le buone prassi in tema di digitalizzazione (biblioteca digitale del patrimonio culturale dell’Ateneo).
In questo senso, appare prioritario:
- valorizzare il ruolo del personale bibliotecario come mediatore dell’informazione, favorendone il coinvolgimento nell’impostazione delle politiche a supporto della ricerca e della didattica, oltre che della terza missione, a livello centrale e dei singoli Dipartimenti;
- assicurare un’integrazione piena con le altre aree dell’Ateneo, grazie sia a una innovativa gestione per processi;
- armonizzare le biblioteche esistenti a seguito di processi di discussione che tengano conto specificatamente delle esigenze di studio degli studenti, oltre che quelle di ricerca dei docenti, dei dottorandi e degli studiosi in formazione;
- garantire il decoro e la funzionalità degli spazi, assicurando la preservazione del patrimonio di conoscenze racchiuse nelle dotazioni fisiche e virtuali;
- favorire una maggiore visibilità del patrimonio librario e del sistema bibliotecario di Ateneo anche all’estero, per studenti e studiosi, anche attraverso una riconoscibilità chiara dei servizi e delle attività svolte (a partire dal sito di Ateneo);
- ottimizzare, con le opportunità offerte dalla tecnologia e i giusti investimenti per i luoghi fisici e la razionalizzazione degli spazi, il sistema bibliotecario diffuso. Attraverso adeguati interventi e con il supporto di specialisti è possibile pianificare la realizzazione nel medio periodo di un sistema fatto di spazi e strutture ben coordinati, capace di bilanciare la dimensione di campus urbano di ridotte dimensioni con le specificità delle collezioni e l’unicità dei luoghi esistenti;
- rendere disponibili nuovi spazi dedicati all’incontro delle persone e all’organizzazione di iniziative, attraverso cui valorizzare il patrimonio di conoscenze e competenze del personale bibliotecario;
- supportare e potenziare il ruolo regionale del polo BiblioMarcheSud, in collaborazione con le strutture della Regione Marche.
Le relazioni con il territorio
Negli ultimi dieci anni UniMC ha saputo consolidare le relazioni con enti, istituzioni, associazioni, imprese, generando progetti, collaborazioni e iniziative di Terza Missione che hanno contribuito al miglioramento della qualità delle attività didattiche e di quelle scientifiche.
I risultati “eccellenti” conseguiti nella VQR Terza Missione, che ho accompagnato nella sua progettazione e nella costruzione dei casi di studio, premiano la capacità dell’Umanesimo che innova di sviluppare progettualità originali e con un impatto significativo. Abbiamo saputo mettere a sistema le eccellenze nella ricerca e nella didattica per generare sinergie importanti con il mondo della cultura, delle istituzioni, del settore produttivo. Analogamente, la progettazione dell’Ecosistema per l’Innovazione ci ha visti promuovere, unici in Italia, un modello di “trasferimento” tecnologico in cui la ricerca di base e le migliori esperienze di Ateneo si traducono in percorsi di valorizzazione dei rapporti con il territorio. Abbiamo posto al centro del progetto la persona e la nostra comunità di riferimento, facendo dell’inclusione il perno della nostra innovazione, interpretando la Smart Specialization Strategy regionale alla luce delle nostre specificità.
Con in mente questo modello, intendo rafforzare il percorso intrapreso da UniMC affinché il nostro Ateneo diventi un punto di riferimento internazionale per un modo diverso di fare Terza Missione: non solo brevetti, spin off, accordi con imprese, ma anche azioni con un impatto significativo sulle comunità in termini di qualità della vita, valori culturali, inclusione, occupazione, sostenibilità ambientale e sociale.
Inoltre, intendo intensificare le azioni di dialogo con le istituzioni regionali e locali, in modo da rafforzare la nostra capacità di incidere sulle politiche per il territorio e di intercettare i bisogni di collaborazione dei vari attori istituzionali. Gli interlocutori privilegiati saranno il Comune, la Provincia e la Regione, con cui sono state già avviate numerose collaborazioni a beneficio del personale universitario, degli studenti e della comunità locale. È indispensabile che gli enti locali e il governo regionale condividano un percorso di sviluppo di lungo periodo con UniMC, mettendo a sistema capacità progettuali, risorse umane e finanziarie.
Collaborazione significa anche un nuovo rapporto con gli Atenei della Regione, con cui sviluppare un dialogo costruttivo e proficuo sui temi della ricerca e della didattica, dell’innovazione, della valorizzazione delle aree interne, partendo dalle molteplici attività che i gruppi di ricerca e i singoli docenti già realizzano con colleghi delle altre Università. In questo senso, la recente esperienza della rete Hamu è significativa.
Si tratta di un confronto necessario a rafforzare l’intero sistema regionale universitario, a beneficio dei giovani del nostro territorio, dei nostri operatori economici, delle nostre realtà sociali e culturali.
Infine, collaborazione significa mettere tutto il personale nelle condizioni di essere formato nel promuovere progetti di Terza Missione in modo efficace, efficiente e snello, di essere premiato per i risultati che raggiunge e di comunicare al meglio l’impatto generato. La Terza Missione va sviluppata in sinergia con la ricerca scientifica e la didattica: una buona Terza Missione non è altro che il successo della rilevanza della ricerca.
Un’azione immediata
Utilizzare le diverse misure del PNRR per consolidare il ruolo di UniMC come polo di riferimento nazionale in tema di formazione dei formatori. Un aspetto essenziale per la programmazione e gestione dell’offerta didattica dell’Ateneo è rappresentato dalle opportunità legate al D.L. n. 36 del 30 aprile 2022 che permetterà di dare attuazione alla riforma della formazione dei docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado già prevista dal PNRR, attraverso la costituzione di Centri di Ateneo.
Un progetto ambizioso
Creare in Italia ed in Europa uno standard nuovo di valutazione della Terza Missione orientato all’impatto e alla valutazione qualitativa. Le collaborazioni già in essere con Netval, in Italia, e con vari consozi europei (ad esempio ECHIC, European Consortium for Humanities Institutes and Centres), ci pongono in una posizione di privilegio e di vantaggio per raggiungere rapidamente questo traguardo.